martedì 14 febbraio 2017

CORSO BASE DI FOTOGRAFIA DIGITALE 2017



Giovedì 2 Marzo 2017 avrà inizio il 4° Corso Base di Fotografia Digitale, organizzato dal Circolo Fotografico Riflessi di Prata di Pordenone.
Il corso sarà composto da 6 lezioni teoriche e 2 uscite pratiche.

CONTENUTI DEL CORSO:

  • Cenni di storia della Fotografia
  • Composizione Fotografica
  • Funzionamento delle Fotocamere digitali
  • Compatte e Reflex
  • Principi di Tecnica fotografica
  • Cenni sulla Post produzione fotografica
  • Uscite pratiche

QUANDO:
Data inizio corso Giovedì 2 Marzo 2017
Le lezioni si svolgeranno dalle ore 20.30 alle ore 22.30.
Date lezioni teoriche previste nei giorni 2-9-16-23-30 Marzo e 6 Aprile 2 uscite pratiche sabato/domenica – da concordare con gli iscritti.

DOVE:
Le lezioni teoriche si svolgeranno presso la Biblioteca Comunale di Prata di Pordenone Via D. Manin 45 - 33080 - Prata di Pordenone

INFO E PRENOTAZIONI
La quota di iscrizione al corso, comprensiva di tesseramento socio annuale è di euro 50,00 Per ulteriori informazioni contattare i seguenti recapiti:
M riflessiprata@gmail
T +39 346 6958036

martedì 31 gennaio 2017

MEDUNA, L'ACQUA CHE CI UNISCE


Un progetto fotografico che percorre le acque del fiume Meduna, dalla sua sorgente alle pianure. Il risultato è questa mostra itinerante delle immagini che sono state realizzate nella piena libertà artistica ma rispettando il comune denominatore: il fiume Meduna. Attraverso l’organizzazione di alcune uscite fotografiche nei territori che vedono nascere il corso d’acqua e la sua confluenza con il Livenza, abbiamo coinvolto i partecipanti a scattare delle fotografie che dimostrano, mediante la propria personale espressione, la bellezza naturalistica dei territori attraversati, la vita attorno le sue rive gli interventi artificiali e gli eventi atmosferici straordinari.
Nello specifico, il lavoro fotografico vuole raccontare il corso d’acqua attraverso le immagini, che siano esse di carattere reportage, artistico e naturalistico, lasciando ai fotografi la libertà di esprimersi secondo il proprio stile di lavoro.
Il progetto è nato con la collaborazione tra il Circolo Fotografico “L’Immagine” di Maniago e il Circolo Fotografico “Riflessi” di Prata di Pordenone.

inaugurazione:
SABATO 4 FEBBRAIO 2017, ORE 18.00
GALLERIA COMUNALE WANDA MEYER - PRATA DI PORDENONE (PN) 

Analisi storico-naturalistica a cura del Prof. Aldo Dionisio
Sonorizzazione audio della mostra a cura di Large Audio Collider


si ringraziano:
Comune di Prata di Pordenone
CTG Kennedy Prata di Pordenone
Circolo Culturale Giomaria Concina

venerdì 18 novembre 2016

Il Caso Urbanism 1.01

Incontro con il fotografo Marco Citron

Un incontro dibattito per raccontare le dinamiche che intercorrono dall'idea di un progetto fotografico alla sua stampa in forma di libro.
moderatore dell'incontro: Stefano Truccolo

sabato 4 giugno 2016

FOTOGRAFARIO CASE SPARSE ALLA CHIESA DI SAN GREGORIO - SACILE



Sabato 18 giugno 2016 alle ore 18.00, sarà inaugurata la seconda edizione del fotografario “Case Sparse” presso la Chiesa di San Gregorio in Via Garibaldi a Sacile (PN).

Case Sparse è un progetto nato all’interno del circolo fotografico “Riflessi”.
Una raccolta di immagini pensate e cercate nei dintorni di casa. Una serie importante di scatti, dove protagoniste assolute sono le vecchie case coloniche abbandonate, gli esterni come gli interni.

La prima edizione delle mostra è stata ospitata il 18 luglio 2015 presso la Galleria Civica di Prata di Pordenone.

La mostra sarà visitabile fino al 3 luglio 2016 nei seguenti orari:
Venerdì 18.00 alle 22.30
Sabato 17.00 alle 22.30
Domenica 10.00 alle 12.00 / 17.00 alle 20.00

mercoledì 1 luglio 2015

CASE SPARSE FOTOGRAFARIO


Case Sparse è un progetto nato all’interno del circolo fotografico “Riflessi”.
Una raccolta di immagini pensate e cercate nei dintorni di casa. Una serie importante di scatti, dove protagoniste assolute sono le vecchie case coloniche abbandonate, gli esterni come gli interni. Nasce da questo lavoro la voglia di una necessaria critica ad una modernità invadente e poco ragionata, se confrontata ai sentimenti di dolcezza quasi protettiva che suscitano le architetture rurali. E’ la testimonianza dell’abbandono di uno stile di vita meno agiato ma più in sintonia con i ritmi della natura, una sorta di ribellione per immagini, una rivoluzione del pensiero, una richiesta di tradizioni e radici profonde.

Case Sparse è soprattutto un omaggio a Luigi Ghirri, grande fotografo e anima sensibile. Nasce da lui questo progetto, ma la prematura scomparsa gli impedirà di portarlo a termine, ci piace pensare che lo abbia lasciato aperto per permettere anche ad altri di integrarlo con il loro contributo. Noi, come circolo fotografico, ci avviciniamo a questo tema con grande umiltà nei confronti di Ghirri e della sua arte, ma con un forte trasporto emotivo, ci riconosciamo nel suo progetto.

Case Sparse. Rovine di un passato prossimo 
Le foto di questa mostra indagano oggetti che rimangono sul territorio evocando la plurisecolare esperienza dei paesaggi dell’insediamento mezzadrile. Un ambiente economico e antropologico collassato mezzo secolo fa dopo essere stato capace di disegnare un paesaggio fittamente abitato da case sparse e da famiglie contadine insediate negli ampi lotti della colonizzazione agraria. Oggi quei territori sono stati oggetto di una nuova e diversa diffusione insediativa segnata dai modelli del moderno capitalismo pulviscolare. La città diffusa ha in gran parte assorbito le case isolate nella campagna riconvertendole, cercando persino di fondare nuove centralità li dove le piazze non c’erano mai state. In altri casi le storiche abitazioni sono rimaste deserte e isolate in mezzo a campi di terra coltivati con le macchine. Rimangono come residui all’interno di un paesaggio trasformato e spesso cancellato dalla complessità naturalistica e antropologica di un tempo. Sono i resti archeologici di un genere di vita scomparso. Le foto esposte mostrano molti dei fossili di una storia passata che, come rovine isolate all’interno del paesaggio agrario, segnano una frattura nel costume dell’abitare e un’attenzione romantica per la ricerca del tempo perduto. 
Moreno Baccichet – Legambiente


Fotografie di:
Davide Bassi
Herry Buriola
Samuel Busetto
Arcangelo Forlin
Marco Pignat
Antonella Ros
Marco Saccon
Mauro Tesolin
Luca Viotto
Daniele Zampieri
Isabella Zanon

Direttore artistico:
Pierpaolo Mittica

Sonorizzazione:
Large Audio Collider – (Mauro Mazzocut e Simone Rosolen)

Sito web:
casesparse.altervista.org


Pierpaolo Mittica
Dr. Pierpaolo Mittica, fotografo umanista conosciuto a livello internazionale, ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali. Nel 1990 consegue il diploma in conservazione, tecnica e storia della fotografia indetto dal CRAF. Studia con Charles – Henri Favrod, Naomi Rosenblum e Walter Rosenblum, suo padre spirituale della fotografia. Le sue foto sono state esposte in Europa, Stati Uniti e Cina, e la mostra “Chernobyl l’eredità nascosta” è stata scelta nel 2006 dal Chernobyl National Museum di Kiev in Ucraina come mostra ufficiale per le celebrazioni del ventennale del disastro di Chernobyl. E’ relatore in numerose conferenzi in Italia, Europa, Stati uniti e Giappone, e le sue foto sono state pubblicate da quotidiani e riviste italiani e stranieri, tra cui l’Espresso, Alias del Manifesto, Vogue Italia, Repubblica, Panorama, Il Sole 24 ore, Le Scienze, Photomagazine, Daylight Magazine, Days Japan International, Asahi Shinbum, The Telegraph, The Guardian, Asian Geo.

Luigi Ghirri
(Scandiano, 5 gennaio 1943 – Reggio nell’Emilia,14 febbraio1992)
è stato un fotografo italiano. Inizia a fotografare nel 1970 confrontandosi con artisti concettuali e ricercando segni nei paesaggi naturali e segni artificiali nell’opera umana e nel paesaggio stesso (manifesti, insegne ma anche cartine geografiche). Dal 1980, sollecitato da Vittorio Savi, si confronta con la fotografia di architettura nel territorio. In particolare fotograferà per lo stesso Savi, per Aldo Rossi, Paolo Zermani. Negli stessi anni stringerà amicizia con lo scrittore Gianni Celati. I suoi paesaggi sono sospesi, non realistici, per certi versi metafisici, spesso privi di figure umane ma mai privi dell’intervento dell’uomo sul paesaggio. Le sue foto sono generalmente a colori. L’uso di colori delicati e non saturi è fondamentale nella sua poetica e nasce dalla stretta collaborazione con il suo stampatore Arrigo Ghi. Di notevole spessore gli scatti dello studio bolognese di via Fondazza del pittore Giorgio Morandi. Autore di copertine di numerosi album per la RCA sia di musica classica che di artisti italiani come Lucio Dalla, Gianni Morandi, Luca Carboni, CCCP Fedeli alla linea (Epica Etica Etnica Pathos), Stadio, Ciao Fellini, Robert & Cara e altri. Elisabetta Sgarbi ha presentato al Festival di Venezia del 2009 un film sul fotografo di Scandiano intitolato Deserto Rosa. www.archivioluigighirri.it

il progetto “Case Sparse” è stato realizzato con il contributo della Provincia di Pordenone e la collaborazione di Legambiente

sabato 22 novembre 2014

MAN RAY - VILLA MANIN DI PASSARIANO (UD)

Man Ray, pseudonimo di Emmanuel Radnitzky (Filadelfia 1890 - Parigi 1976), protagonista della mostra in corso a Villa Manin di Passariano.
Chi si presta ad avvicinarsi a questa mostra non può non tener presente la varietà di opere da lui create in seno alle due più grandi correnti artistiche dell'epoca: dadaismo e surrealismo.
Fate tabula rasa di tutte le vostre conoscenze storico-artistiche, uscite dagli schemi del classicismo europeo, dimenticate di esistere oggi e immergetevi nei primi anni del Novecento: Guglielmo Marconi realizza la prima trasmissione radio transatlantica; nella Carolina si leva in volo il primo aereo a motore, ad opera di Wilbur e Orville Wright; in Italia inizia la produzione della FIAT a Torino; la cinematografia propone quelli che vengono considerati i primi film in senso moderno: "Cabiria" di Giovanni Pastore e "The Birth of a Nation" di David W. Griffith, entrambi di grande successo commerciale.
Sono anni di ricerca, sperimentazione, curiosità, fervento culturale. In questa atmosfera dinamica si colloca la personalità di Man Ray, pittore, fotografo e regista.
La mostra in Villa è ricca, vibrante, non solo di opere (più di 300 esposte), ma anche di proiezione dei suoi cortometraggi sperimentali (curati, in un'apposita sezione, dallo storico del cinema Carlo Montanaro) e di interviste ad amici e colleghi. Non si parla quindi solo dell'artista, ma anche della persona.
Disorientamento e stupore vi accompagnerà lungo tutto il percorso, rispettando, volutamente oppure no, quello che Man Ray ha sempre cercato: la sorpresa.
In quattro capitoli viene raccontata la sua formazione artistica in divenire: da New York all'esperienza parigina, quindi in fuga a Los Angeles durante l'occupazione nazista e di nuovo a Parigi. Nella sua vita compaiono nomi come Marcel Duchamp, Pablo Picasso, Henri Matisse, Giorgio De Chirico, Hans J. Arp, Max Ernst, James Joyce, Ernst Hemingway, Gertrude Stein, Alfred Stieglitz e molti altri. Sarà Stieglitz a introdurre Man Ray alla fotografia e sarà grazie a questo mezzo espressivo che egli riuscirà a mantenersi, arrotondando le entrate dalla vendita delle sue opere, realizzando ritratti di modelle provenienti dall'atelier del famoso sarto parigino Poiret, documentando opere di altri artisti e ritraendoli in scatti immortali.
La fotografia per Man Ray non è solo rappresentazione della realtà, ma ricerca creativa, spirituale e sperimentale. Rayografie, solarizzazioni, sovraimpressioni, una costante perlustrazione, quasi ossessiva, delle infinite possibilità del nuovo mezzo espressivo, inteso come strumento privo di vincoli nel suo utilizzo.
Man Ray non è un fotografo, è un artista e il risultato delle sue espressioni fotografiche nasce da un procedimento artistico che va oltre e supera la semplice fotografia.



"Dipingo quello che non può essere fotografato. Fotografo quello che non voglio dipingere. Dipingo l'invisibile. Fotografo il visibile".

Immaginatevi bambini di fronte a una delle sue celebri opere fotografiche della serie "Les larmes": vedete una donna che piange, i suoi occhi esprimono tristezza e la prima domanda che vi ponete è "perché?" e non "come?"... lo spirito con cui Man Ray vi chiede di guardare le sue opere è il più naturale, il più istintivo, quello non ancora condizionato dalla società e dall'ambiente culturale in cui vivete. Vi viene chiesto di fare un passo indietro e di guardare le opere con gli occhi non ancora abituati alle immagini.
Andate alla mostra in Villa, guardate quello che attira il vostro occhio, la vostra curiosità, non entrate con l'idea di vedere tutto... selezionate, soffermatevi e chiedetevi "perché?"... se poi avete la fortuna di essere accompagnati da un bambino, vi garantisco che dalle sue domande, capirete ancora meglio cos'è il movimento Dada...

"Di sicuro, ci sarà sempre chi guarderà solo la tecnica e si chiederà 'come', mentre altri di natura più curiosa si chiederanno 'perché'".


Il Raggio



domenica 22 giugno 2014

FOTOGRAFIA TRA ANALOGICO E DIGITALE

La fotografia ha avuto nel passaggio al digitale la sua rivoluzione copernicana
Non solo è diventato sempre più facile e "democratico" scattare fotografie, ma è diventato anche estremamente facile condividere i propri scatti,  senza nemmeno la mediazione della stampa.
Se prima ogni foto andava, per ragioni economiche e fisiche, cioè legate alla stessa fisicità della pellicola, meditata e mediata , prima di essere vista , ora non esiste quasi limite al numero degli scatti e nemmeno un limite di tempo,
nel quale lasciar decantare le immagini prima di condividerle.
Il numero stesso delle immagini ne diminuisce il valore intrinseco, il significato?
Il rumore digitale esiste solo come limite del sensore o è un limite più ampio e diverso, legato alla "massa" delle immagini digitali?
E cosa dire dei problemi legati allo stesso supporto fisico della fotografia, da impressione di luce su pellicola a massa di numeri.
E quali limiti dare alla manipolazione dei dati stessi?
Discutiamone sul blog e di persona, siamo a Prata di Pordenone....